Il BIM, Building Information Modelling, è la risposta. Si tratta di un metodo strategico e completo per aumentare la produttività del settore delle costruzioni, ridurre i tempi ed ottimizzare i costi, migliorando la collaborazione dell’intera filiera. Esso rappresenta la convergenza di ogni elemento od operazione coinvolta all’interno del ciclo di vita di una costruzione.
Tutto quanto il metodo si basa sulla gestione del dato (disegni, conformità normative, impatto ambientale, performances, ecc.): più dati logicamente accostati costituiscono una informazione. Più informazioni elaborate costituiscono conoscenza. La conoscenza permette la comprensione. Se le informazioni sono state elaborate correttamente in modo tale che arrivino alla persona giusta al momento giusto, dalla comprensione si giunge alla sapienza.
La traduzione di quanto appena detto può esplicarsi anche attraverso un modello tridimensionale, inteso come veicolo di virtualizzazione di prodotti e processi, in grado di produrre elaborati informativi, intesi come veicoli di rappresentazione di prodotti e processi.
Un modello BIM può contenere diverse dimensioni al suo interno, se si considera lo stesso come un contenitore di informazioni:
- 3D: semplice modello spaziale
- 4D: 3D + modello di gestione delle tempistiche
- 5D: 4D + modello di gestione economiche
- 6D: 5D + modello di utilizzo, manutenzione e dismissione
- 7D: 6D + modello comprensivo di sostenibilità economica, energetica e ambientale
Concettualmente si deduce che più informazioni contiene un unico modello tanto più complesso esso sarà, ed al contempo potente. Ma come si fa a definire questo contenitore strutturato di dati? La norma a cui si fa riferimento, la UNI 11337, sulla scorta delle vecchie normative inglesi PAS 1192 oggi confluite nella ISO 19650, definisce dei livelli di sviluppo Level Of Development LOD che sono la somma tra Level Of Geometry LOG e Level Of Information LOI. Sono stati individuati in tutto 7 LOD:
- LOD A: un elemento bidimensionale graficamente in due dimensioni, la cui caratteristica è dettata dal suo posizionamento di massima
- LOD B: un elemento solido tridimensionale, geometricamente necessario ad informare sul suo ingombro
- LOD C: un elemento solido tridimensionale strutturato e dotato di stratigrafie ben definite
- LOD D: LOD C + informazioni sulla finitura interna, esterna, sui dettagli costruttivi, sull’isolamento, ecc.
- LOD E: LOD D + informazioni su acustica, informazioni di carattere energetico, strutturale, con presenza di certificazioni
- LOD F: LOD E + manuale di manutenzione, classificazione secondo lo standard adottato (UNI 8290, CSI, ecc.), certificati di omologazione, ecc.
- LOG G: LOD F + informazioni su utilizzo, gestione della manutenzione e dismissione finale
In relazione a ciò che viene richiesto dalla Committenza attraverso il Capitolato Informativo, ossia il documento in cui si esplicita ogni volontà di realizzazione, si sviluppa un modello con oggetti BIM dotati di un certo LOD. Nulla viene lasciato al caso, nulla entra o esce dal cantiere senza autorizzazione o preciso conteggio fatto a priori.
Grazie alle informazioni di ogni elemento, anche il monitoraggio dell’opera è un aspetto da particolarmente curato, dato che può avvenire anche attraverso dispositivi mobili, attraverso i quali è possibile creare la sequenza temporale delle attività di costruzione (Gantt dettagliato), simulare l’evoluzione del cantiere con previsione delle interferenze delle ditte appaltatrici ed eventuali sovrapposizione di lavorazioni, prevedere ritardi e conflitti tra le attività, monitorare l’avanzamento dei lavori in tempo reale, valutare l’impatto delle modifiche al progetto sulle tempistiche di esecuzione e sull’economicità.
Ciò su cui ci si vuole soffermare è anche il cosiddetto openBIM: lo standard di gestione delle informazioni, è in grado di produrre modelli attraverso formati che liberalizzano lo scambio di dati e il loro utilizzo anche con softwares diversi appartenenti a Software Houses diverse. La parola chiave di tutto il processo è interoperabilità: creare un linguaggio comune e trasparente, che possa colmare le lacune di comunicazione. Tutti coloro che sono coinvolti in un progetto possono usare il proprio software e salvare le informazioni del progetto in formato file aperto .IFC, indipendentemente dal produttore e leggibile ovunque, da scambiarsi su apposite piattaforme predisposte e condivise.
Si parla quindi di un vero e proprio ecosistema connesso, veloce, affidabile e strutturato. Il futuro del settore delle costruzioni è decisamente questo.